Biografia
In lingua araba classica « Anis » significa « compagno ».
Di questa lingua, Anis ha ereditato il gusto per le parole, grazie a suo padre, rivoluzionario marocchino, rifugiato in Francia e medico di campagna nel Vexin francese (Val d’Oise). LA sensibilità al diverso e alla società gli provengono invece dalla madre, immigrata russa di seconda generazione e assistente sociale in città.
Nato nel 1977 a Pontoise (nel distretto 95), Anis è cresciuto ascoltando Tom Waits, i vecchi bluesmen Bo Diddley e John Lee Hooker(Boogie Man), Billie Holiday, ma anche Edith Piaf e Colette Magny. in seguito, a Cergy, è affascinato dai rappers e sogna di diventare MC.
Anis lascia la scuola a 17 anni, prende lezioni di piano in conservatorio, impara da autodidatta a suonare la chitarra e suona in diversi gruppi di Cergy (hip hop, reggae, punk).
LE METRO (La metropolitana)
Anis sbarca a Parigi, abita in una stanzetta e diviene lavoratore interinale. Poi, guardando la mappa delle metropolitane parigine decide di fare il « busker ». Imbraccia la sua chitarra e canta nella metro, come andando a lavoro. E finalmente viene scoperto. Gli propongono di registrare un demo, che nel 2003 circola in radio. Nel maggio 2004 apre il concerto di Tété all’Olympia di Parigi… Forte di questo biglietto di presentazione, Anis parte all’assalto delle grandi case discografiche.
LE STUDIO (Lo studio)
Un pomeriggio del Maggio 2005, il sogno diventa realtà. Anis è allo studio di registrazione Gang di Parigi. Studio mitico, i cui muri sono decorati dai dischi d’oro di Michel Berger, Véronique Sanson, Teri Moïse e Tété… Qui registra il suo primo album. Mitch Olivier è alla console e dirige le performance. Ha lavorato con Alain Bashung , Les Rita Mitsouko e nell’hip-hop, e ha subito compreso l’universo di Anis.
Mitch ha fatto il casting, ha chiamato i musicisti come si ordinerebbe una pizza: André Villéger al clarinetto, Jean-claude Ghrenassia contrabbasso, Le Baron chitarra, Roland Romanelli all’accordéon, …
AVEC LE VENT (Con il vento)
Anis racconta la sua storia in 13 canzoni. L’album è swing e melanconico. Tutto l’universo di Anis è in questo album : clarinetto e piano-orchestra per la nostalgia, armonica frenetica e chitarre nervose per sottolineare formule lapidarie e cori gospel ad accarezzare il suo lato più confidenziale, perché Anis pratica bene tanto l’autoironia quanto l’autobiografia, strizzando sempre l’occhio al blues.
« Non c’è del blues duro e puro nel mio album, ma il mio sogno di avvicinarmici. Mi sento il blues nell’anima. Quando vedo in TV dei servizi sulle donne algerine piango, e penso alla storia dei nostri genitori, anche se non scrivo direttamente su queste tematiche. Il blues, è la storia dei Neri degli Stati Uniti, e anche un po’ la nostra, è la storia degli immigrati e dei figli d’immigrati. È una musica di lotta per l’esistenza. Per le mie origini, sono nato con uno spleen che i miei genitori mi hanno trasmesso».
Ora timido, ora disinvolto, Anis, il compagno, è arrivato con il vento. Con il vento, tutte le culture finiscono per incontrarsi e mescolarsi.
Con il vento, tutti i foglietti sui quali ha scritto dei pezzi di frasi da anni han finito per formare delle canzoni. Titi parigino, Anis, il compagno, pensa sempre ai bar del diciottesimo arrondissement di Parigi, alla metropolitana, alla solidarietà, al sole di Montmartre, e ha sempre “il vento come complice”
Tradotto e adattato dall’originale francese http://www.lastfm.fr/music/anis
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