Biografia

L'INTERVISTA a FILIPPO MALATESTA

Sta per diventare padre per la seconda volta, è un cantautore, un assessore, un organizzatore di eventi e gestore di un locale. Filippo Baschetti, in arte Filippo Malatesta, è un eclettico verucchiese di 38 anni. Ha fatto le superiori al Molari di Santarcangelo diplomandosi ragioniere. Una scuola scelta dalla madre, a tradimento, mentre lui stava preparando l’esame di conservatorio. Ma la sua passione per la chitarra e la musica è stata più forte e così alle superiori si è avvicinato alla musica leggera mettendo su il suo primo complesso. Dichiara una “laurea di riflesso” in sociologia a Urbino, conquistata sul campo seguendo tutti gli esami della moglie Elisa conosciuta 15 anni fa al locale riminese Rockisland, una sera, nel litigare per una sedia. Si è sposato quattro anni fa e a ottobre nascerà Alessandro il secondo figlio della coppia che ha già Massimo di 5 anni. Tra gli hobby di Filippo Malatesta spiccano la lettura, in particolare di Stefano Benni di cui “Terra” è il libro preferito e Richard Bach e il suo “One” e il calcio, un hobby di famiglia, che ha coltivato fino a due anni fa giocando dalla prima alla seconda categoria in tutte le squadre locali tra cui: Rimini, Villa Verucchio, Corpolò, Perticara. Mancino di piedi e destro di mani oggi è assessore alle politiche giovanili e alla scuola con delega agli eventi nel Comune di Verucchio ed è il gestore dell’osteria Il Vincanto di Villa Verucchio.
Mi racconti la sua storia di artista.
“A 7-8 anni pensavo che per fare il musicista si dovesse avere un diploma in musica, così dopo le medie avevo preparato l’esame per entrare in conservatorio, ma durante l’estate, mentre ero in montagna con la parrocchia, mia mamma mi ha iscritto alle superiori a tradimento, ma forse è stata la scelta giusta”.
E poi?
“Ho continuato ad andare a lezione da Fabio Giovanni Malacarne, il musicista che ha insegnato a suonare la chitarra a tutti i giovani di Villa. Lui si è probabilmente reso conto che ero portato per la musica, così il primo gruppo l’abbiamo messo su io e lui nel 1984: I Fibra”.
La prima volta dal vivo?
“Questa è carina: avevo 16 anni, dovevamo suonare al pub “Il Duca”, ma dopo aver montato tutto il pomeriggio, la sera sono scappato via fingendo un calo di voce. In realtà mi era venuta una gran strizza: non avevo il coraggio di salire sul palco. Poi abbiamo suonato sempre lì un paio di settimane dopo e poi in tutti i pub e i locali della zona”.
Cosa suonavate?
“I miei autori preferiti: gli U2, i Simple Minds e Battisti”.
Quando è stato il salto di qualità?
“Era il 1990, eravamo ospiti all’Old American Bar di Viserba e ci è venuta ad ascoltare Patrizia Rabitti la moglie di Mario Flores il proprietario dell’Heaven Studios, un grosso studio di registrazione che aveva sede a Rimini. Lei rimase piacevolmente stupita della nostra musica e portò il marito a un’altra delle nostre serate. Quello fu l’aggancio col vero mondo della musica”.
E da lì?
“Già io avevo cominciato a scrivere canzoni, così cominciammo a fare provini con le case discografiche di Milano e nel 1992 ho inciso il mio primo disco: “La figlia del re””.
Ha anche partecipato a dei concorsi canori televisivi…
“Sì, la prima volta in televisione è stata la sera che hanno liberato Faruk e stavo partecipando al Canzoniere dell’estate. Era il 1992 e ho cantato la canzone: “La figlia del re”. Poi per un paio d’anni siamo stati ospiti fissi al Roxy Bar da Red Ronny e facevamo un tour di concerti nei più bei club d’Italia. Nel 1994 ho inciso il secondo disco: “Malatesta” a San Francisco, negli Stati Uniti, dove ho trascorso 6 mesi. Ero con Corrado Rustici il produttore di Zucchero ed Elisa, per intenderci. Sempre nel 1994 ho partecipato al Disco per l’estate a Riccione”.
In quel periodo stava riscuotendo molto successo, quando si è fermata la sua ascesa?
“Nel 1997, dopo aver prodotto “Il re delle tre”, ho rotto con la mia casa discografica: volevano mettere troppo il becco nella mia musica e io vi ero troppo affezionato per permetterglielo. Sono rimasto molto deluso da quel mondo dove tutti sembrano amici, ma in realtà si svegliano mezz’ora prima di te tutti i giorni per fregarti. Forse è stato uno sbaglio, ma allora la vedevo così”.
Rimpianti?
“No, sono rimasto fedele alla mia musica”
Rompere con una casa discografica, di per sé non la avrebbe obbligata a lasciare quel mondo…
“Infatti no, ma mi sarei dovuto trasferire a Milano, visto che è lì che si decide tutto e non ne avevo voglia: avevo conosciuto quella che sarebbe poi diventata mia moglie, non voglio dire che sia stata una scelta per amore, ma questo insieme ad altri aspetti ha contato. Io volevo stare qui, a casa mia, vicino ai miei amici e la mia famiglia. Probabilmente di fare il cantante ad alto livello non lo volevo fino in fondo anche se prima mi divertivo molto in quel periodo”.
Perché “Malatesta”?
“Me l’ha affibbiato la donna del mio primo produttore che era una studiosa di storia. Provenendo da Rimini mi chiamava Filippo Malatesta, all’inizio mi dava fastidio questa cosa, poi l’ho fatto mio ed è un nome che mi ha portato fortuna, peccato però che non ho un castello”.
Quando scrive canzoni a cosa si ispira?
“E’ una cosa che non si programma, l’ispirazione va stimolata, ma le canzoni vengono fuori da sole; non ho mai parlato d’amore, tranne un po’ nell’ultimo disco, forse perché è una cosa troppo personale”.
Cosa le dà la musica?
“Mi scarica, è una valvola di sfogo anche fisicamente e compositivamente mi svuota”.
E oggi che ruolo ha la musica nella sua vita?
“Una volta pensavo che per fare musica si dovesse vivere di musica, ora ho capito che l’arte è passione. Faccio meno musica, ma quando la faccio mi diverto di più. Ho prodotto due dischi con il Corriere Romagna: Giramondo nel 2001 e Live al Vincanto del 2005. Fino a qualche anno fa giravo nei club, anche se adesso lo faccio meno perché ho da gestire il Vincanto e la famiglia. Il mio sogno era avere un locale mio dove poter fare musica dal vivo e ce l’ho, ma anche questa sarà una parentesi della mia vita”.
Chi è il Filippo Baschetti assessore nel Comune di Verucchio? Come è arrivato alla politica?
“Alla politica mi sono avvicinato, non sono un politico. Mi sono candidato come un ragazzo di Villa, come uno che vuole mettere al servizio del paese in cui vive quello che sa e la sua esperienza”.
Quando si è candidato, ci sono stati dei problemi in famiglia visto che suo fratello Roberto Baschetti sedeva nelle fila dell’opposizione nell’amministrazione precedente?
“No, io penso che a livello locale non siano tanto i partiti che contano, quanto più le persone e la voglia di fare che dimostrano. Mio fratello è uscito perché non era più in sintonia con chi rappresentava quella parte politica. Io mi sono schierato dall’altra parte perché penso che questa amministrazione abbia i numeri e le capacità per far bene per il paese”.
Con quante preferenze è stato eletto?
“400, credo che nessuno ne abbia mai avute così tante”.
Com’è stata fino ad ora, dopo due anni, l’esperienza da assessore?
“Credo onestamente mi abbia portato più svantaggi che vantaggi, al contrario di quanto qualcuno pensa”.
Fa riferimento alle accuse mosse di recente contro la sua persona dall’opposizione?
“Sì, sono state molto pesanti: mi aspetto delle prove al prossimo consiglio comunale, devono dimostrare ciò che dicono. Io comunque ho ricevuto l’appoggio della giunta e del sindaco e andrò avanti lo stesso su questo punto. Io credo che questa opposizione non ha niente da dire perché l’amministrazione si sta comportando bene e quindi inventa storie senza senso, buttando la questione sul personale proprio per questo motivo”.
Quindi lei nega tutto quanto è stato detto?
“Io sono tranquillissimo, loro continuano a chiedere le mie dimissioni, ma non c’è alcun motivo per cui io mi dimetta”.
Questo episodio ha danneggiato la sua immagine?
“Leggere certe cose sui giornali non fa certo piacere, comunque la gente mi conosce personalmente per cui non ho timori”.
Cosa ha fatto e cosa farà per Verucchio?
“Ho ridato vigore al centro giovani. Oggi funziona: ha circa 200 iscritti tra i 14 e i 18 anni. Per il resto sento un potenziale ancora inespresso: ovvero la mia capacità di organizzare eventi. Io vorrei fare questo per il comune di Verucchio: portare qui spettacoli come “All’Incirco” che ho organizzato in via privata due anni fa a Ponte Verucchio”.
Cosa ne pensa della retata di droga avvenuta di recente proprio nella sua Villa Verucchio?
“La droga è un problema che c’è a Villa, ma i ragazzi di Villa non sono tutti drogati. Risolvere il problema è un sogno, ma è molto difficile. Il centro giovani certamente offre un’alternativa ai ragazzi, ma non possiamo obbligare i giovani ad andarci”.
Lei ha 38 anni, è sempre in mezzo ai giovani, si sente ancora un ragazzo?
“I ragazzi danno l’energia più positiva che ci sia. A 20-30 anni si ha voglia di spaccare il mondo, ma questa energia va incanalata bene”.
Lei attinge dalla loro energia?
“Io non attingo, io ce l’ho. Stare con loro mi fa rimanere ragazzo”.
Ha la sindrome di Peter Pan?
“No, ma ho scritto una canzone a proposito: “Tic e Tac” che dice: “Il mio orologio si è rotto, ma due volte al giorno ragione ce l’ha”.
Lei oggi è anche un imprenditore…
“Sì organizzo eventi e gestisco l’osteria Il Vincanto”.
Quindi qual è la sua occupazione?
“Sono musicista e gestore d’osteria”.
E l’assessore dove lo mette?
“Quella è una missione, non un impiego”.
Progetti?
“Ho 40 canzoni pronte, spero di continuare a collaborare con il Corriere Romagna per produrre i prossimi cd. In generale mi auguro di continuare a fare cose in cui mi posso divertire ed esprimere al massimo”.
Nel concreto?
“Non mi piace avere la vita troppo programmata, così mi sento più vivo.”
Farà il cantante, l’assessore o cos’altro?
“In politica mi piacerebbe rimanerci, ma alle prossime elezioni mancano 3 anni, ci penseremo”.

VINCANTO
Via Provinciale, 2960
VILLA VERUCCHIO (RIMINI)
Tel. 0541/676717
filippomalatesta@tin.it

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